Il Ministro Calenda ha offerto a Cernobbio un’anteprima su quello che sarà il testo da portare in Parlamento, dopo aver sentito le parti sociali, con la prossima legge di Stabilità, inerente Industria 4.0.

I punti più importanti su cui si sofferma il Ministro Calenda sono i seguenti:

  1.  fortissimi incentivi fiscali alla ricerca e innovazione e agli investimenti, in particolare investimenti tout court e in beni legati all’ Industria 4.0
  2. spinta e ricostruzione del Fondo centrale di garanzia su un criterio: non dare tutto a tutti se hanno circolante o se hanno un rating a tripla A. “Noi ci vogliamo concentrare sugli investimenti e sui rating medio bassi, cioè quelli che hanno bisogno di un supporto. Altrimenti io sto dando soldi alle banche, che va benissimo, ma non è quello l’obiettivo del fondo”. A giorni si attende il riassetto del fondo.
  3. Si farà un lavoro sul salario di produttività che è fondamentale
  4. selezione delle università di eccellenza.

Ci si  sofferma sulla scelta delle eccellenze universitarie, concetto meritevole e condiviso, ma che rischia di creare un’elite legata alla pressione di lobby o politica. Si mettono in gara tra loro gli atenei per dare il meglio o si punta su cinque big e facciamo sparire dalla carta geografica le altre? Sapremo davvero utilizzare dati oggettivi come il  redatto dalla QS World University Rankings, dove vengono indicate le prime Università italiane in Engineering technology?

Andrà anche valutato l’ecosistema circostante le aree industriali, dove ci debbono essere centri di ricerca di eccellenza, spazi per start up, incubatori, fab lab e ogni altro fattore che possa favorire innovazione, non nella logica del vecchio trasferimento tecnologico, ma del moderno modello che porti alla reingenirizzazione dei sistemi produttivi, incrociando appunto la manifattura con il digitale.

Se si vuole andare nella direzione di una via italiana alla Fabbrica 4.0 è evidente che vanno portate a bordo le PMI, ovvero il cuore pulsante (98%) del tessuto produttivo del Paese e non i soliti noti big company straniere o meno dell’ICT, della robotica, delle infrastrutture, della logistica etc etc.

È iniziata, con l’annuncio del Ministro Calenda, una fase di discussione e ascolto. Attendiamo i testi scritti per prudenza, più che il sintetico annuncio che abbiamo letto a Cernobbio. Però possiamo dire, già da ora, che siamo sulla strada buona, anche se vorremmo ci fosse più coraggio, perché la prima sensazione è che il grosso degli stanziamenti andrà ai Competence Center  e niente, ad esempio,  agli HUB, le vere porte delle PMI sia della domanda che dell’offerta per 4.0, costituiti con le imprese dalla UE.

Fonte: AgendaDigitale