Il ministro Patuanelli ha firmato il piano Transizione 4.0 mettendo a disposizione 7 miliardi di euro di copertura. L’obiettivo è agevolare oltre il 40 % delle aziende che possono accedere alla misura. Le aziende che hanno sfruttato precedentemente gli incentivi sono inclini a implementare ulteriormente le tecnologie in azienda. I vantaggi ricevuti sono:

  • maggiore flessibilità;
  • velocità di esecuzione;
  • aumento della capacità produttiva;
  • diminuzione degli errori e costi;
  • maggiore qualità del prodotto;
  • maggior capacità di soddisfare le esigenze dei clienti.

La nuova misura Transizione 4.0, a differenza del precedente Piano Industria 4.0, prevede crediti di imposta con differenti aliquote per diversi ambiti.

Nello specifico le misure previste dalla Legge di bilancio 2020 per Transizione 4.0 sono:

  1. Credito di imposta per beni 4.0: 40% per investire fino a 2,5 milioni di euro, 20% per investire tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro. Oltre i dieci milioni di euro non sono previste misure. Sostituisce l’iper-ammortamento;
  2. Credito di imposta per beni strumentali al 6% per investire fino a 2 milioni di euro. Sostituisce il super-ammortamento;
  3. Credito di imposta al 10% per investimenti in beni immateriali come i software fino a 1,5 milioni di euro;
  4. Credito d’Imposta al 12% per Ricerca e Sviluppo fino a 3 milioni;
  5. Credito d’Imposta al 6% per Innovazione tecnologica e Design fino ad 1,5 milioni;
  6. Credito d’Imposta al 10% per gli investimenti mirati al raggiungimento di obiettivi ecosostenibili fino a 1,5 milioni di euro.

Credito d’imposta per beni immateriali:

Aumenta del 10% il beneficio per innovazioni legate agli obiettivi digitali 4.0. Il decreto fornisce 12 obiettivi come esempio:

  1. Introduzione di soluzioni che consentano un’integrazione comune dei diversi componenti, moduli e sistemi di un’architettura aziendale in grado di garantire l’interconnessione trasparente, sicura ed affidabile dei diversi dispositivi hardware e delle applicazioni software (quali, ad esempio, MES e SCADA);
  2. Introduzione di soluzioni che consentano un’efficace gestione operativa della produzione per migliorare l’utilizzo delle macchine, ridurre il lead time di produzione, minimizzare i costi, migliorare le prestazioni di consegna;
  3. Integrazione, attraverso l’applicazione di tecnologie digitali, tra il sistema informatico (IT) e le fasi del processo di produzione di beni o servizi;
  4. Introduzione di soluzioni che consentano la pianificazione e la simulazione dei processi produttivi per migliorare le prestazioni, la qualità e ridurre i costi;
  5. Introduzione di soluzioni per la definizione e generazione sistematica dei KPI attraverso la produzione e raccolta automatica dei dati di processo;
  6. Introduzione di soluzioni idonee a generare report di analisi relative al funzionamento delle risorse tecnologiche, materiali e personali coinvolte nei processi di produzione di beni o servizi;
  7. Introduzione di soluzioni di allarmistica immediata per intervenire su eventuali problemi;
  8. Digitalizzazione di processi e prodotti nelle diverse aree e ambiti di creazione del valore (manutenzione predittiva macchine utensili CNC, tracciabilità di processo/prodotto, logistica/magazzino/movimentazione, controllo qualità, tracciatura automatica delle specifiche di qualità di un prodotto, di materie prime, ecc.);
  9. Digitalizzazione delle interazioni tra i diversi operatori delle filiere produttive, dei modelli di condivisione delle informazioni, dei protocolli e metodi per il tracciamento dei prodotti all’interno della filiera per migliorare la cooperazione delle filiere estese;
  10. Introduzione di soluzioni che implichino possibilità di funzioni da remoto e in tempo reale di assistenza, diagnosi, installazione e monitoraggio.
  11. Riprogettazione delle funzioni, dell’architettura, dei moduli e della connettività dei beni strumentali;
  12. Introduzione di soluzioni specifiche di blockchain, cybersecurity, Edge e Cloud computing.

Credito d’imposta per ricerca e innovazione:

Credito d’imposta per ricerca e innovazione

Per quanto riguarda l’ambito della ricerca e innovazione, le attività sono distinte in attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico.

  1. Ricerca fondamentale: tutti i lavori sperimentali o teorici finalizzati all’acquisizione di nuove conoscenze in campo scientifico o tecnologico;
  2. Ricerca industriale: tutti i lavori originali intrapresi al fine di individuare le possibili utilizzazioni o applicazioni delle nuove conoscenze derivanti da un’attività di ricerca fondamentale. Le attività di ricerca industriale mirano ad approfondire le conoscenze esistenti al fine di risolvere problemi di carattere scientifico o tecnologico;
  3. Sviluppo sperimentale: tutti i lavori sistematici, basati sulle conoscenze esistenti ottenute dalla ricerca o dall’esperienza pratica, volti ad acquisire ulteriori conoscenze e raccogliere le informazioni tecniche necessarie in funzione della realizzazione di nuovi prodotti o nuovi processi di produzione o in funzione del miglioramento significativo di prodotti o processi già esistenti.

Il credito d’imposta è previsto al 12% nel limite di 3 milioni. Le attività devono perseguire un progresso o un avanzamento delle conoscenze o delle capacità generali in un campo scientifico o tecnologico e non solo il semplice progresso o avanzamento delle conoscenze o delle capacità proprie di una singola impresa. Si considerano ammissibili al credito d’imposta i lavori di ricerca e sviluppo svolti contemporaneamente e in modo simile nello stesso campo scientifico o tecnologico da imprese concorrenti indipendenti.

Credito d’imposta per innovazione tecnologica e design:

Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica e il design sono ammissibili al credito d’imposta i lavori finalizzati alla realizzazione o all’introduzione di prodotti o processi nuovi o significativamente migliorati, rispetto a quelli già realizzati o applicati dall’impresa.

Per prodotti nuovi o migliorati s’intendono beni o servizi che si differenziano nelle caratteristiche tecniche, nei componenti, nei materiali, nel software incorporato, nella facilità d’impiego, nella semplificazione della procedura di utilizzo, nella maggiore flessibilità.

Per processi nuovi o migliorati, rispetto a quelli già applicati dall’impresa, s’intendono metodi di produzione e di distribuzione e logistica di beni o servizi che comportano cambiamenti significativi nelle tecnologie, negli impianti, macchinari e attrezzature, nel software, nell’efficienza delle risorse impiegate, nell’affidabilità e sicurezza.

Le attività ammissibili al credito d’imposta comprendono esclusivamente i lavori svolti nelle fasi pre-competitive legate alla progettazione, realizzazione e introduzione delle innovazioni tecnologiche fino ai lavori concernenti le fasi di test e valutazione dei prototipi o delle installazioni pilota.

Le attività di design e ideazione estetica includono le attività che devono essere finalizzate a innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali. Si intende per prodotto qualsiasi oggetto industriale o artigianale, compresi i componenti di prodotti complessi, gli imballaggi, le presentazioni, i simboli grafici e caratteri tipografici.

Credito d’imposta per obiettivi ecosostenibili:

Credito d’imposta per obiettivi ecosostenibili

Aumenta del 10% anche il beneficio per lavori legati agli obiettivi green. Il decreto fornisce 7 obiettivi come esempio:

  1. Progettazione di prodotti sostenibili duraturi e riutilizzabili in modo da ridurne l’impatto ambientale;
  2. Realizzazione di catene del valore a ciclo chiuso nella produzione ed utilizzo di componenti e materiali;
  3. Introduzione di modelli di sinergia tra sistemi industriali presenti all’interno di uno specifico ambito economico territoriale (c.d. simbiosi industriale), caratterizzati da rapporti di interdipendenza funzionale in relazione alle risorse materiali ed energetiche (ad es. sottoprodotti, rifiuti, energia termica di scarto, ciclo integrato delle acque);
  4. Introduzione di soluzioni tecnologiche di recupero per ottenere materie prime seconde di alta qualità;
  5. Introduzione di tecnologie e processi di remanufacturing intelligenti per prolungare il ciclo di utilizzo del componente con soluzioni a ridotto impatto ambientale;
  6. Adozione di soluzioni e tecnologie per monitorare il ciclo di vita del prodotto e facilitarne il recupero;
  7. Introduzione di modelli di business per favorire catene del valore circolari di beni di consumo e strumentali.

Conclusioni:

L’azione più urgente è di mettere subito in atto le misure approvate e risolvere alcune lacune del precedente Piano Impresa 4.0.

La diffusione di queste tecnologie è ancora limitata ed è fortemente influenzata dal settore di appartenenza. Non solo grandi aziende, anche le medie e le piccole sono capaci di investire in Industria 4.0. Il piano è stato lanciato proprio per promuovere incentivi e incoraggiare le aziende ad adottare tecnologie più abilitanti.

È chiaro che l’obiettivo è quello di consentire alle aziende una migliore efficienza e una maggior capacità produttiva come vantaggio competitivo. Tocca alle aziende saper sfruttare questi incentivi e ponderare le giuste decisioni in termini di priorità dipartimentale e budget. Il futuro spinge le industrie verso la modernizzazione, la digitalizzazione e la sostenibilità.