Cos’è la Lean Production?

Avrai sentito parlare di Lean Production o Lean Manufacturing o Lean Management soprattutto nel Nordest d’Italia dove è divenuto (e diverrà sempre più) parola d’ordine per gran parte delle PMI.
Partiamo dal principio, il termine lean production, volendolo tradurre, vuol dire “produzione snella” e stiamo trattando di qualità nella produzione.

La metodologia lean può essere descritta come una filosofia industriale. Il termine lean management fu coniato negli anni ’80 da un gruppo di ricercatori del MIT (una delle più importanti università di ricerca del mondo, con sede a Cambridge, nel Massachusetts) che si stavano dedicando allo studio del Toyota Production System (Il sistema di produzione utilizzato nelle fabbriche Toyota.)

A capo del team c’era il Dott. James Womack che successivamente pubblicò quanto aveva studiato nel libro “La macchina che ha cambiato il mondo”, nel quale si analizza in dettaglio e si mette a confronto il sistema di produzione dei principali produttori mondiali di automobili con la giapponese Toyota. Il risultato? Vennero per la prima volta messe nero su bianco le ragioni della netta superiorità di Toyota rispetto ai concorrenti.

Il sistema di produzione Toyota nacque a metà degli anni ’50 grazie a Sakichi Toyoda (chiamato anche “Re degli inventori giapponesi” e fondatore di Toyota), al figlio Kiichiro Toyoda e al loro ingegnere capo Taiichi Ohno.

A cosa serve sapere la storia che sta dietro la lean production?

Essenzialmente perchè la lean production è una generalizzazione e divulgazione in occidente del Toyota Production System che ha superato i limiti della produzione di massa (sviluppato da Henry Ford e Alfred Sloan) applicata (purtroppo ancora oggi) dalla quasi totalità delle aziende occidentali.

Come organizzare l’azienda snella?

Realizzare l’azienda snella non è facile:

  1. La prima sfida riguarda il conflitto tra le esigenze “push” della produzione e i problemi di anticipo impegno e/o acquisto delle risorse da parte degli altri settori aziendali, in assenza di ordini certi.
  2. La seconda sfida è legata ai diversi prodotti che sono composti da molti componenti e materiali.
  3. La terza sfida è inerente alle frequenti modifiche poste in essere sui prodotti per cause interne.

Bisogna, infine, considerare l’andamento a volte incerto dei mercati e la variazione ormai cronica degli ordini da parte dei clienti.
Rispetto all’approccio teorico, ne deriva una grande variabilità nelle previsioni e nella programmazione e, quindi, l’impossibilità oggettiva di mantenere costanti i piani di produzione.

Per ridurre gli effetti di queste incertezze è vincolante:

  • inserire gli ordini del cliente il più velocemente possibile nel processo produttivo.
  • gestire i tempi morti tra la richiesta del cliente e la consegna del prodotto/servizio.
  • astenersi dall’utilizzo di risorse sino a ordini certi.
  • impegnarsi nel ridurre i tempi in tutti i processi e in tutte le attività.
  • gestire le scorte in relazione al punto di disaccoppiamento.

Per realizzare un’azienda snella si deve:

  • minimizzare la manipolazione del materiale.
  • preferire le soluzioni a basso costo come quelle che utilizzano la caduta per gravità.
  • manipolare il componente o prodotto una sola volta.
  • minimizzare le distanze, creare celle con movimenti minimi e combinare le operazioni degli operatori.
  • pianificando meglio il lavoro.
  • minimizzare gli sforzi e studiare soluzioni ergonomiche.
  • minimizzare il disordine attraverso la gestione a vista e le 5S.
  • minimizzare i magazzini e gli stock.
  • massimizzare l’utilizzo delle persone, dello spazio, delle attrezzature e degli impianti per accelerare il ritorno sugli investimenti.
  • massimizzare la flessibilità. La chiave consiste nella capacità di creare un layout in grado di consentire veloci cambi di prodotto, materiali, impianti, attrezzature, personale, ecc.
  • livellare la sequenzialità dei flussi per eliminare i colli di bottiglia e per rispettare le cadenze delle linee.
  • massimizzare la visibilità per risolvere velocemente i problemi.
  • massimizzare la comunicazione per cercare di raggiungere gli obiettivi e raccogliere i feedback dello stato di avanzamento lavoro.

Fonte: Pmi Nordest, Qualitiamo