Dalla meccatronica all’internet delle cose -e quindi all’era dell’industria 4.0- il passo è breve. Soprattutto se ci si ritrova in una terra manifatturiera come la via Emilia, che prima ha fatto da modello dei distretti porteriani e poi da catalizzatore delle medie imprese solide e internazionalizzate. E ora è pronta a scrivere il capitolo della quarta era della fabbrica digitale, forte di una specializzazione nella meccanica che vale il 51,5% del valore aggiunto industriale e di un’apertura dei mercati esteri che non ha pari nel Paese (oltre 12 mila euro di export procapite).

A sostenerlo sono accademici e imprenditori riuniti durante la giornata dell’ICT Day 2016: terza edizione di un’iniziativa nata dalla collaborazione tra il gruppo dell’Ict dell’Unione parmense degli industriali e il dipartimento di Ingegneria Informatica dell’ateneo ducale “per portare la ricerca tecnologica nelle imprese e le imprese nelle aule universitarie“, sottolinea il prorettore vicario Giovanni Franceschini. Capofila di un progetto che mira a fare di Parma l‘Innovation Hub dell’ Internet of things.

“Abbiamo presentato a Parma la call al bando europeo per l’Innovation Hub. Se tutto va come previsto a breve all’interno del campus universitario avremo la piattaforma per sostenere l’Industria 4.0” – racconta Franco Mosconi professore di economia industriale e della cattedra Jean Monnet.

I numeri raccontano poco, ma il ritardo innovativo dell’Italia si legge confrontando gli investimenti in R&S rispetto ai competitor europei. Il presupposto dlla Fabbrica 4.0 è la collaborazione tra imprese per far dialogare con uno stesso linguaggio macchine di competitor diversi. Due fattori, dimensione e spirito di squadra, in cui l’Italia non brilla. Ma il salto è a portata di mano se investiamo sui nostri giovani, nativi digitali.

È questa la scommessa che sta portando avanti anche l’ingegner Gian Paolo Dallara, presidente della casa automobilistica parmense, incoronato dal rettore Loris Borghi primo “professore ad honorem di Ingegneria industriale e dell’informazione” dell’Università di Parma.