Prendendo atto del rinvio del piano italiano a data da destinarsi, ora l’auspicio che si tenga conto davvero dell’immensa platea delle PMI e non solo dei soliti noti grandi gruppi. Che si vada anche oltre, indicando la tanto auspicata “via italiana alla Fabbrica 4.0”, fatta non solo di IT, ma del cosiddetto cyber physical, di grande flessibilità.
Si punta a una sana politica industriale, che punti al mercato e difenda davvero le PMI e tutti i “piccoli”, in un sistema che altrimenti fagocita tutto, le imprese, ma soprattutto il PIL.
Quella che è sempre stata la nostra linea ora trova conferma nella notizia di questi giorni. Emerge infatti che slitterà a “dopo la pausa estiva” la presentazione, da parte del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, delle prime misure per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali.
Si parla in Italia di Industry 4.0 almeno dalla primavera del 2015. In Germania e altre nazioni europee almeno dal 2011/2012. Nel frattempo – stabilito che abbiamo già 3-5 anni di ritardo rispetto alle nazioni europee più evolute sul tema della digital transformation nell’industria – il ritardo si aggrava, anche alla luce del nuovo “industrial compact 2“, messo a punto dalla Commissione UE, rischiando di perdere ulteriori opportunità: piani di investimento per più di 50 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati a sostegno della digitalizzazione dell’industria.
Infine Calenda annuncia per i primi di agosto l’annuncio del piano, ed ora il rinvio. Va anche detto che saggiamente il ministro dello Sviluppo Economico Calenda aveva fatto sapere che avrebbe coinvolto anche i ministeri dell’Economia, del Lavoro e dell’Istruzione e ricerca, per ottenere il massimo coinvolgimento dell’intero Governo.
Fondamentale però caro ministro Calenda che questo piano tenga conto davvero dell’immensa platea delle PMI e non solo dei soliti noti grandi gruppi, ma vada anche oltre, indicando la tanto auspicata “via italiana alla Fabbrica 4.0“, fatta non solo di IT, ma del cosiddetto cyber physical, di grande flessibilità e soprattutto con l’uomo al centro.
L’impegno totale di associazioni, governo, imprenditori deve essere indirizzato verso il vero tessuto connettivo dell’impresa italiana, quello del 98% di PMI che rappresentano la principale platea, sana, dell’industria italiana.
Se non sapremo attuare assieme da subito un vero piano Paese su questa partita strategica per il nostro, perderemo l’ennesima occasione per l’Italia. Intanto, mentre ferragosto si avvicina attendiamo il prossimo annuncio, fiduciosi.
Fonte: Agenda Digitale