È una rivoluzione strisciante, silenziosa, ma sta cambiando la modalità di fare impresa di piccole e grandi realtà: è la smart manufacturing, o Industria 4.0 secondo altre definizioni. L’innovazione digitale nei processi dell’industria rappresenta infatti la chiave per la competitività del comparto manifatturiero del futuro e anche le imprese italiane hanno cominciato a investire in tecnologie per la gestione avanzata dei dati, in sistemi di produzione automatizzati, in nuove interfacce uomo/macchina.
Non stiamo parlando di qualcosa di futuribile, ma di qualcosa che già c’è e che molte industrie già applicano, spesso ho la sensazione che su questo ambito siamo più avanzati di quanto pensiamo. L’importante è sgombrare il campo da timori o diffidenze: non si tratta di sistemi gestionali vecchio stile, massicci e complessi, che richiedevano investimenti dal ritorno difficilmente quantificabile, ma di innovazioni che si possono far partire anche a “macchia di leopardo”, che possono avere carattere incrementale e non per forza radicale, che sono alla portata delle piccole realtà.
Il rischio di rimanere indietro c’è, perché le grandi aziende questa strada l’hanno già intrapresa e le altre rischiano di essere tagliate completamente fuori se resteranno sorde al cambiamento. Un esempio? La posta elettronica che ha mutato in modo così radicale i rapporti fra le imprese è già pronta per essere archiviata. Per questo anche la politica deve fare la sua parte per sostenere e promuovere percorsi innovativi. Cultura dell’innovazione, apertura al nuovo, conoscenza, consapevolezza, valorizzazione dei talenti sono ingredienti fondamentali di processi che vanno accompagnati e che rappresentano una sfida importante per le imprese.
Sostegno e stimoli vengono anche direttamente da Confindustria, che ha confermato la presenza sul territorio di aziende molto avanzate, ma al tempo stesso ha insistito sulla necessità di raggiungere una più complessiva consapevolezza dell’importanza dei cambiamenti in atto perché con la smart manufacturing si può prevenire il mercato e si entra in nuovi mercati.
A brevissimo, inoltre, il Ministero dello Sviluppo Economico renderà pubblico il documento “Industry 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero”, che individua otto aree di intervento strategiche per il riposizionamento competitivo dell’Italia: rilanciare gli investimenti industriali con particolare attenzione a quelli in ricerca e sviluppo, conoscenza e innovazione; favorire la crescita dimensionale delle imprese; favorire l’imprenditorialità innovativa; definire protocolli, standard e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo; garantire la sicurezza delle reti e la tutela della privacy; assicurare adeguate infrastrutture di rete; diffondere le competenze per Industria 4.0; canalizzare le risorse finanziare alle imprese.
Fonte: Bergamonews, Digital4pmi