Secondo una ricerca condotta dal Politecnico di Milano, il 2016 inizia con una buona notizia: gli investimenti delle imprese italiane nel settore ICT tornano a crescere.  Le aree maggiormente coinvolte saranno: Business intelligence e Big Data Analytics, Digitalizzazione e Dematerializzazione, Sistemi Gestionali e ERP.

Saranno soprattutto le grandi aziende ad avere la necessità di gestire i dati a loro disposizione, per ottimizzare il proprio business. Spesso, sono anche quelle che, oltre ad avere le risorse economiche necessarie, hanno una mole rilevante di informazioni da gestire.

 Non sempre è così: esistono aziende di media o anche di piccola dimensione che, per la particolarità del proprio lavoro, dispongono di enormi quantità di dati difficilmente gestibili. Pensiamo, ad esempio, al mondo del trasporto locale e a quanto potrebbe essere utile avere a disposizione dei dati relativi ai guasti:  grazie a un sistema di BI efficiente si potrebbero prevedere le rotture, ottimizzando gli interventi di manutenzione.

La Business Intelligence sembra dunque avere le carte in regola per occupare il podio nella scala dei prossimi investimenti. Le aziende stanno iniziando a capire che, grazie all’analisi dei dati, sono in grado di adottare dei processi decisionali più efficienti e che migliorano la competitività sul mercato.

Nel 2016 la Business Intelligence inizierà a contagiare anche le PMI, è innegabile il vantaggio di chi imposta processi decisionali sulla base dell’analisi dei dati.

Un approccio ‘Smart BI‘ è quello da preferire in tutte le situazioni in cui si ha la necessità di procedere per fasi di progetto e in cui la delivery rapida è prioritaria rispetto alla definizione di un’architettura Enterprise. Spesso la scelta della Smart BI rappresenta la fase iniziale di un più ampio progetto di Business Intelligence, consente di ‘toccare con mano’ le funzionalità che soluzioni avanzate di analisi e reporting possono fornire.

Una collaborazione attiva tra il cliente e il team che progetta la soluzione è preferibile, piuttosto che partire con attività che mirano a definire una struttura di BI più estesa.

Molto spesso le aziende cercano di sfruttare le competenze interne, in alcuni casi può accadere che queste non siano preparate a sfruttare nel modo migliore le potenzialità della Business Intelligence. Tuttavia all’interno delle aziende pare siano in crescita proprio le figure che hanno il compito di analizzare i dati a disposizione con strumenti self-service: il rischio è che queste iniziative comportino dei risultati dannosi all’azienda perché  i dati rappresentano senza dubbio un’enorme opportunità, ma anche un altissimo fattore di rischio, se non vengono utilizzati correttamente.

Fonte: Tom’s Hardware